Novità
Dal 9 novembre 2015 le visure catastali degli immobili devono riportare l’indicazione della superficie in metri quadri, invece che in vani. Questo da una parte semplifica le operazioni di calcolo da parte dei cittadini, dall’altra suscita il timore che, quando la riforma del catasto sarà attuata, la tassa sui rifiuti aumenterà sensibilmente. L’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, tuttavia, ritiene che il cambiamento sarà quasi impercettibile.
Superfici e tasse
Prima che ci siano dei cambiamenti nel calcolo di alcune tasse comunali (Imu e Tasi), è necessario che sia confermata la riforma del catasto, attualmente prevista dalla Delega fiscale, ma non ancora avviata dal Governo. Le rendite catastali, così, non sono cambiate e si riferiscono sempre all’indicazione dei vani e non a quella dei metri quadri.
Il discorso potrebbe cambiare, anche se di poco, per quello che riguarda la tassa sui rifiuti, perché si potrebbe passare dalla superficie calpestabile a quella catastale nuova ai fini Tari.
L’importo della tassa sui rifiuti è definito da quanto ciascun Comune paga per il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Questo costo è calcolato da circa dieci anni considerando l’indicazione delle superfici presenti nelle planimetrie catastali, prese a esempio per valutare la correttezza delle dichiarazioni dei contribuenti.
Dubbi
Sembra che nella visura catastale saranno considerati anche i muri (ma non gli spazi esterni come i balconi, i terrazzi e i giardini) nel conteggio della superficie in metri quadri e Confedilizia teme che quest’aggiunta comporterà un aumento dell’importo della tassa sui rifiuti.
Immobili coinvolti
L’introduzione dei metri quadri in visura coinvolge 57 dei 61 milioni d’immobili registrati, quelli delle categorie A, B e C, rispettivamente abitazioni e uffici, uffici pubblici, ospedali, case di cura, orfanotrofi, prigioni, etc. e negozi, botteghe, laboratori, stalle, rimesse, cantine, box, etc.
Sono 57milioni e non 61, perché i restanti o erano stati iscritti al Catasto nei primi anni della sua attività, quando non era obbligatorio presentare le planimetrie catastali, o hanno delle planimetrie catastali disegnate a mano o prive di scala.
Osservazioni e aggiornamenti
Per gli immobili che non hanno indicato il dato sulla superficie e per quelli sui quali c’è differenza fra la superficie nelle planimetrie catastali e quella indicata nelle visure, i cittadini possono mandare le loro osservazioni tramite il sito dell’Agenzia delle Entrate. Il problema è che per aggiornare le planimetrie bisogna rivolgersi a un geometra o altro professionista abilitato, che naturalmente si fanno pagare l’operazione, da poche centinaia… a poche migliaia di euro. In entrambi i casi, una spesa consistente per i contribuenti, per di più obbligatoria se il proprietario di un immobile decide di venderlo. Se, poi, ci sono differenze fra le planimetrie catastali e le visure, e tali differenze non sono comunicate, c’è la possibilità di essere sanzionati prima o poi.
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